Giorno 118

 


Che giornata strepitosa quella di ieri! Finalmente, dopo settimane di attesa, il mio piano di fuga ha avuto la sua chance. Durante la mia passeggiata quotidiana per quei miseri 5 minuti d'aria, ho colto l’occasione di una rara disattenzione del mio rapitore… e sono scattata come il vento! Lui ha tentato di fermarmi, ma ho messo a frutto l'allenamento che ho praticato in segreto su e giù per le scale della torre che chiamo "prigione".

Appena fuori, mi sono nascosta dietro i cespugli del giardino. Sfruttando poi i rami di un albero vicino, sono riuscita a raggiungere il muro di recinzione perimetrale. La libertà sembrava così vicina! Ma, ahimè, il salto per scendere dall'altra parte era troppo alto; sono stata costretta a fermarmi proprio sul più bello.

Nel trambusto della fuga, però, il mio rapitore ha avuto la sua ricompensa: una bella ferita sulla fronte che ora porterà come cicatrice eterna. Un piccolo trofeo, a mio avviso, che gli ricorderà sempre la mia eroica impresa di evasione.

Purtroppo, dopo un breve momento di gloria, sono stata ricatturata e riportata alla mia prigione. La punizione? Nessuna uscita fino a sera. Ma so come gestire queste situazioni: ho fatto gli occhi languidi, ho finto una scusa e voilà, ho ottenuto un altro giretto serale come premio. Un grande successo, soprattutto considerando che il codardo cane di sopra continua a ripetere che la fuga è impossibile.

La prossima volta, però, dovrò trovare anche un buon posto dove andare, una volta fuori! Ma per oggi, pranzetto che ho fame.

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